ELISA E CARLO
La nostra storia inizia nel lontano 1984 quando, entrambi sedicenni, scorgemmo negli occhi dell'altro quella sensazione di qualcosa di diverso e di speciale. I nove lunghi anni di fidanzamento che ne seguirono segnarono un po' la storia di due ragazzi con due caratteri e personalità molto diverse: io Elisa molto sensibile, dinamica con una forte esigenza di comunicare e di essere compresa e accettata; Carlo dal canto suo più pacifico, tranquillo e temerario. Nel 1993 unimmo la nostra vita col sigillo del sacramento del matrimonio e nella mia mente aleggiava un progetto... avremmo aspettato un paio d'anni prima di avere figli per dare tempo al nostro rapporto di trovare una sua dimensione di complicità e completezza. Trascorremmo i due anni provando esperienze varie di svago, di viaggi, di amicizie più mondane che ci lasciavano dentro un senso di insoddisfazione e di vuoto.
Iniziò così la nostra ricerca... di un figlio che però si faceva attendere... e di lì a seguire tutta una serie di visite, controlli, cure ormonali, sperpero di risorse, speranze disattese, ansie, delusioni...
Intanto entrammo nel movimento dell'Equipe Notre Dame con l'intento di trovare conforto nella fede, aiuto e risposta a quel macigno che sembrava soccomberci. Ricordo che il nostro Padre Spirituale in una delle nostre prime riunioni mi esortò con testuali parole: “Noi cristiani ci dimentichiamo di avere uno strumento così potente che é la preghiera, rafforza la tua volontà e chiedi nella preghiera quello che tu desideri con tutto il cuore...” Cominciammo a farlo... Iniziò così per noi un periodo in cui intensificammo la nostra preghiera spontanea inizialmente con fatica e reticenza (provavamo un senso di vergogna nel mettere a nudo le nostre necessità, limiti e fragilità... e poi il Signore sapeva bene quello di cui avevamo bisogno perché insistere a chiederlo?). Intanto un carissimo amico ci consigliò di seguire la loro esperienza a San Giovanni Rotondo dove operava un medico consacrato al quale era stata personalmente affidata da Padre Pio la missione di aiutare tante coppie sterili a concepire in modo naturale. Accettai dopo un po' di resistenza perché ero sfiduciata e stanca di sottopormi a ulteriori controlli e... dopo ripetuti viaggi, ricoveri, esami il medico mi diede una cura orale molto pesante che avrei dovuto seguire per i tre mesi d'estate. Io che precedentemente per un farmaco a cui non sapevo di essere allergica avevo avuto uno shock anafilattico, rischiando la vita e salvata in extremis, avevo il terrore di assumere pure un banale paracetamolo.
Avevo tanta paura ma... ero disposta a rischiare, non avevo scelta... Così iniziai questa cura con tanta ansia ma fiduciosa... arrivata a metà ciclo il mio corpo ormai saturo si ribellò, stavo fisicamente male, rimettevo ma volevo continuare... facevo il plasil (un antivomito) ma non funzionava... ero costetta a sospendere tutto. Il professore mi fece ritornare in ospedale per tentare la cura dell'idrotubazione... raccolsi le mie deboli forze e provai a fare un altro ricovero per questa cura locale ma... a metà ciclo risultai ancora una volta allergica al medicinale e dovetti smettere. Prima di essere dimessa il professore posando le sue mani sul mio capo chino mi disse: "abbi fede, figlia mia, il Signore se vorrà un figlio, te farà avere lo stesso, va con Dio e sii fiduciosa in lui...". Tornai da San Giovanni Rotondo molto giù, consapevole però di aver fatto tutto ciò che per me era umanamente possibile fare, avevo messo in gioco tutta me stessa, le mie risorse fisiche e psicologiche. Dovevo però uscirne fuori... e iniziò un lungo periodo di elaborazione in cui attraverso la preghiera chiedevamo finalmente con forza al Signore che si compisse la sua volontà e che ci aiutasse a capire quale fosse il suo progetto che aveva su di noi e che ci accompagnasse a comprenderlo e ad accoglierlo. La preghiera in coppia si intensificò sempre più con fede e abbandono e fummo spinti dallo Spirito al Consultorio familiare per chiedere informazioni sull'adozione e iniziammo un percorso formativo che ci avrebbe portato ad accogliere un figlio... non fisiologicamente nostro. In questo frattempo io abbattei con l'aiuto della fede e della preghiera quelle barriere che forse inconsciamente avevo innalzato e che non mi permettevano quella pace, tranquillità per poter essere terreno fertile su cui far germogliare i frutti. Nel mese di febbraio 1999 scoprì di essere incinta: eravamo solamente stati uomini di poca fede, o Signore. Sei davvero grande! Telefonai al professore, il quale mi fece ritornare a San Giovanni Rotondo dove restai per tre mesi sotto controllo e in assoluto riposo nonostante il quale ebbi un distacco di placenta col rischio di abortire... nuovamente ritornò la paura di perdere... Mi ristabilì, tornai a casa al quarto mese ma dovetti trascorrere il resto della gravidanza in assoluto riposo a letto. Dopo la nascita di Angelica, venuta alla luce con un cesareo di urgenza è stato per me come iniziare a muovere i primi passi, dovevo cercare di liberarmi da quel groviglio accumulato fino ad allora. Dopo sette mesi rimasi nuovamente incinta ma ebbi un aborto spontaneo alla sedicesima settimana di gestazione. Dopo un anno la desolante esperienza scoprì di essere ancora in attesa.
A termine nacque Francesco, eravamo così felici e riconoscenti ma dopo tre o quattro mesi scoprimmo un difetto ai suoi occhietti, lo portammo a visita da vari medici anche nel nord Italia,era affetto da una forma di strabismo congenito. Iniziammo a pochi mesi il bendaggio occlusivo per tutto il giorno e all'età di 3 anni e mezzo lo riportammo a Pavia dove fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico per raddrizzare i suoi occhietti. Anche questa è stata per noi un esperienza molto forte in cui con tutta la forza ci siamo affidati a Dio per affrontare momenti molto difficili anche perché Francesco è sempre stato un bambino molto vivace e dimostrava già da piccolo un'intelligenza fuori dal normale. Con tanto amore e dedizione gli siamo stati vicini per orientare le sue spiccate capacità rivelandosi un piccolo genietto dalla grande volontà e talento. Nel frattempo ci fu per noi un altro avvenimento molto forte... dopo un'emorragia io finì al pronto soccorso, dove erroneamente mi fu diagnosticata una situazione grave che grazie a Dio poco dopo il mio ginecologo accertò si trattava di un aborto alle prime settimane.
Intanto quando Francesco aveva due anni arrivò un'altra gravidanza ma... insieme ad essa cresceva un fibroma che secondo il dottore molto probabilmente avrebbe ostacolato il suo svolgersi. Nuovamente un'altra volta eravamo messi alla prova e dissi: “Signore, ci hai ancora una volta graziati facendoci dono di un'altra vita, in questa situazione così incerta poniamo tutto nelle tue mani, confidiamo in te affinchè custodisca questa creatura...” Eravamo provati, tutto ciò che ricevevamo in dono era frutto di ansie, paure, incertezze ma solo l'affidarsi nelle sue mani con fiducia e abbandono si trasformava per noi in motivo di pace, serentà, speranza che ci aiutava ad affrontare certi della sua grazia. Miracolosamente la gravidanza riuscì ad arrivare quasi al termine senza grossi problemi, nacque così il nostro terzogenito...
La nostra vita con tre bambini avuti per grazia ricevuta, l'accettazione di quel progetto che inizialmente non era il “mio progetto”, l'essere morta a me stessa per far si che risuscitassi a vita nuova e rinnovata nello spirito, che incontrassi il vero volto di Dio nelle varie situazioni ed ora a distanza di qualche anno l'essere chiamati a qualcosa di più grande di noi. Quando la gioia è grande non può contenersi e allora sprizza fuori con impeto, raggiungendo l'altro. Di qui l'esigenza di uscire fuori da se stessi, dalla propria famiglia e testimoniare... Abbiamo iniziato ad accompagnare i fidanzati nel percorso di formazione prima del matrimonio, aprendo la nostra casa. Ci sentiamo, come famiglia, una piccola chiesa facente parte di quella più grande dove collaboriamo per una sua piena realizzazione, sentendoci chiamati a dare e ad offrire ciò che abbiamo ricevuto in dono.